Museo dell'opera di Guido Calori

Il Museo dell’Opera di Guido Calori è ospitato all’interno del terzo chiostro dell’ex convento delle clarisse di San Gemini situato nel punto più elevato del paese, il Rione Rocca.

Immagine principale

Descrizione

L’intero complesso comprendente vasti fabbricati con altri due chiostri e la piccola chiesa dedicata a Santa Caterina, si snoda tra il medievale vicolo del Tribunale e le mura castellane, ancora conservate nel tratto che cinge l’elegante giardino annesso all’edificio. Il convento, documentato dalla visita pastorale nel territorio della Diocesi del Vescovo Pietro de Lunel sin dal 1571, fungeva da importante ospedale atto al ricovero dei pellegrini che andavano verso Roma, data la vicinanza del paese alla via Flaminia.
Dal Brogliardo Urbano del Catasto Gregoriano del 1834 si ricava la pianta ottocentesca dell’intero complesso e dallo stesso si desume l’appartenenza del convento alla sede vescovile di Narni. Alienato a privati negli anni Quaranta del Novecento, l’intero piano terra è diventato sede espositiva dai primi anni Ottanta.
Il Museo raccoglie la maggior parte delle opere pittoriche e scultoree realizzate da Guido Calori, che erano conservate presso il suo studio romano di via Pinciana, condiviso per alcuni anni con il pittore Amerigo Bartoli Natiguerra, lo stabile, dopo la morte dell’artista, fu richiesto dal Comune di Roma che ne era il legittimo proprietario, costringendo gli eredi, che avevano offerto all’Amministrazione capitolina l’opportunità di ricevere l’intero contenuto in donazione, ad un frettoloso sgombero.
Grazie all’impegno della famiglia (figlia, genero e nipoti) è stato possibile acquistare e poi restaurare l’odierna sede, destinando sei sale del piano terra a sede espositiva per contenere l’opera dell’artista e soprattutto per raccogliere anche i disegni, l’archivio e gli strumenti di lavoro che erano rimasti in vari magazzini utilizzati dall’artista in Firenze durante il lungo periodo in cui era stato docente presso l’Accademia del capoluogo toscano.
L’insieme delle opere di Guido Calori e lo stabile che le ospita, sono state dichiarate di eccezionale valore storico-artistico e dunque sottoposti a vincolo da parte della Sovrintendenza ai Beni Artistici sin dal 1990 ed in seguito, nel 1992 anche l’archivio è stato tutelato per il suo indubbio valore storico-documentario.
La prima apertura al pubblico del Museo è avvenuta nel 1987, al termine dei lunghi restauri dell’edificio; oggi a distanza di circa diciotto anni si ripropone un più attento studio dell’opera del Maestro e soprattutto si sta sviluppando un progetto articolato per la tutela e valorizzazione dell’intero complesso.
 

Modalità di accesso:

Accessibile a piedi o su ruota tramite strada asfaltata.

Indirizzo

Orario per il pubblico

Aperto il sabato, la domenica e festivi dalle ore 10.00 alle ore 14.00

Contatti

Ulteriori informazioni

L'Artista Guido Calori

Nato a Roma, autodidatta, cresciuto dalla bottega fino all’accademia, ha sempre difeso la libertà di pensiero e di espressione artistica, vicende intense e spesso avverse, perfino drammatiche:

  • intorno al 1910 a Roma, contro i formalismi ed il potere imperante dell’Accademia romana, condividendo stenti e speranze con artisti (Balla, Boccioni, Severini), ma senza pervenire al distacco dalla figura e dai canoni classici ai quali è sempre rimasto fedele, pur impegnandosi per rinnovarli e superarli in una visione moderna con realizzazioni plastiche di grande efficacia;
  • negli anni Venti a Firenze, contro il monopolio culturale di Ugo Ojetti, rivendicando spazi per quegli artisti che, pur valenti, non godevano della protezione del famoso allora direttore del Corriere della Sera;
  • negli anni Trenta a Roma, contro il conformismo del regime fascista,


Per tali motivi la sua opera è una pagina ancora poco nota al grande pubblico, anche se riguarda vicende dell’arte italiana del Novecento che hanno influito in modo determinante su personaggi di primo piano della scultura e dell’arte in generale.
Sotto il suo insegnamento, a cui ha dedicato gran parte della sua vita (dal 1917 al 1955), nelle Accademie di Belle Arti di Firenze, Bologna, Napoli e Roma, sono cresciuti molti artisti italiani e stranieri, quali Marino Marini e Luciano Minguzzi, e letterati come Piero Bargellini, per citare solo i principali.
Schivo del successo e del guadagno facile, aveva per regola, alla quale è sempre rimasto fedele, di esporre le sue opere solo nelle mostre ufficiali e se invitato. Come una figura solitaria che ha molto influito nel suo ambiente in silenzio e senza nulla pretendere in cambio. Cosa che in alcuni periodi (1913-1919; 1932-1937) lo ha esposto alla proscrizione ed al dimenticatoio da parte dei potenti del momento.
Artista poliforme è stato scultore, pittore, decoratore, architetto, scrittore d’arte: unico artista ad avere vinto quattro premi dell’Accademia di San Luca in Roma, due per la scultura e due per la letteratura d’arte; il primo a soli diciassette anni.
Questo Museo raccoglie le opere da lui realizzate in linea con il suo sviluppo artistico e culturale, al di fuori dei numerosi lavori svolti su commissione che, anch’essi in silenzio, sono presenti in Italia (Roma, Firenze, Bologna, Orte, Assisi, Napoli, Salsomaggiore, Fiuggi, Montecatini, ecc.) ed all’estero (Londra, Washington, Calcutta, ecc.).
Un contributo per far conoscere adeguatamente una delle figure importanti del panorama artistico del primo Novecento italiano. Una testimonianza di una vicenda umana, intensa e travagliata, tutta legata ad una vita di artista che rivive nelle sue opere ed offre uno spettacolo singolare e vivo, come nel momento in cui ha avuto origine e passione.

Pagina aggiornata il 07/05/2024